martedì 29 maggio 2018

H.P LOVECRAFT'S TWO LEFT ARMS





H.P.LOVECRAFT’S
TWO LEFT ARMS





Dal mio punto di vista gli autori fondamentali per ogni serio appassionato di letteratura horror (non voglio utilizzare il termine fantastico, perché il discorso sarebbe troppo ampio), sono tre.
Edgar Allan Poe, Howard Phillips Lovecraft e Stephen King.
Se di Poe e King, sappiamo con precisione quasi tutto anche della loro vita private, delle esperienze con alcool e droga, il personaggio di Lovecraft è sempre rimasto nel mistero.
Sappiamo che era molto solitario, introverso, non aveva avuto una vita felice, ma per il resto dobbiamo attenerci a ipotesi, leggende su viaggi e poco altro.
In ambito cinematografico Poe e King hanno avuto molti adattamenti, mentre Lovecraft pur essendo un narratore “visivo”, è stato sempre difficilissimo da adattare, non dimentichiamoci che ha inventato nuovi mondi, nuove popolazioni e anche linguaggi.
Stuart Gordon, Brian Yuzna, John Carpenter, ma anche Ivan Zuccon, Federico Greco e Mariano Baino con lo splendido Dark Waters, hanno tentato di rappresentare il solitario di Providence.
Domiziano Cristopharo ci prova con questo two left arms, di recente distribuito dalla casa americana widowma, anche se dal mio punto di vista l’episodio contenuto nel film collettivo Phantasmagoria, conteneva già alcune tematiche di Lovecraft.
Cristopharo è un autore che seguo dal 2009 e che ho avuto modo di conoscere di persona e con cui comunque mi tengo in contatto tramite i social (che servono anche a tenersi in contatto, a chiedere informazioni a registi e non a rompere i coglioni…).
Per chi non lo conoscesse consiglio tre film che sono fondamentali per capire il suo modo di concepire il cinema,ovvero House of flesh mannequins per la capacità e il coraggio di proporsi realizzando un’opera prima scomoda, difficile e che non lascerà indifferente lo spettatore.
Red Krokodil per la capacità tecnica di realizzare un film così visionario, tecnicamente ineccepibile con pochissimo budget e anche Doll syndrome perché vi si appiccicherà addosso per diverso tempo, film cattivissimo, pericoloso e comunque rimane un’esperienza nel lato oscuro di voi stessi.
La prima cosa che balza agli occhi di H.P. Lovecraft Two left arms è un supercast composto da Yvonne Sciò, Ruggero Deodato, Frank Laloggia, Carlo De Mejo, Paolo Stella e il bravissimo Yuri Antonosante già attore in altri film di Cristopharo.
Si rinnova anche la collaborazione con lo sceneggiatore Andrea Cavaletto, uno degli autori più interessanti nel panorama indipendente, guardatevi Beautiful people di Amerigo Brini, e poi mi saprete ridire.
Il film di Cristopharo, prende spunto da un sogno di Lovecraft ed è ambientato in Italia.
L’atmosfera gotica, la fa da padrona sin dall’inizio, tra specchi, notti tormentate da eventi luttuosi, spettri.


Ma anche tornando in epoca contemporanea, il regista non abbandona questi espedienti classici, ma semplicemente utilizza altri stratagemmi cinematografici prettamente horror, ovvero l’arrivo dello straniero nel piccolo paese dove tutti gli abitanti sembrano inospitali, e chiusi nelle loro tradizioni.
I punti di forza della pellicola, risiedono sicuramente nelle atmosfere cariche di mistero e anche nell’interpretazione di Frank Laloggia, davvero bravo.
I punti deboli dal mio punto di vista si possono riscontrare nell’eccessiva dose di elementi derivativi, ad esempio la figura del restauratore è veramente troppo simile a quella del film La casa dalle finestre che ridono di Pupi Avati.
La figura dell’ubriacone interpretato da Ruggero Deodato, che mette in guardia lo straniero, è un espediente classico ma che anche qua dovuto anche all’eccessiva caratterizzazione caricaturale del personaggio, a mio modo di vedere non funziona e strappa anche delle risate che in questo contesto non ci stanno per niente bene.
Ad esempio nella scena del suo omicidio, non c’è tensione.
Nella seconda parte della pellicola, si sviluppa una serie di incubi del protagonista che funzionano e che sembrano far guadagnare ritmo al film, fino a questo momento forse l’elemento che più mi ha sdubbiato .


La regia comunque è molto buona, Cristopharo sfrutta decisamente al meglio quello che ha a disposizione e che sa di poter valorizzare.
1-    Gli spazi esterni, le location sono delle vere e proprie chicche, non c’è uno spazio che non funziona, sia come atmosfera che per la bellezza naturale.
2-    La mimica degli attori, Yvonne Sciò a tratti sembra recitare con lo sguardo, mentre Laloggia è tutta una mimica (STRAORDINARIO!)
3-    I virtuosismi con la macchina da presa non sono invasivi e diventano elemento accessorio del film.
Purtroppo come detto precedentemente, il ritmo è davvero basso, alcune scelte tecniche sono veramente discutibili, come appunto la caratterizzazione del personaggio interpretato da Deodato, l’utilizzo di effetti speciali in post produzione (l’essere tentacolare, sarebbe andato bene per un film di fantascienza anni cinquanta), contrastano davvero troppo con le atmosfere vecchio stile e sicuramente non giovano alla buona riuscita del film che avrebbe anche avuto degli spunti interessanti, ma che non sono stati adeguatamente sviluppati.
 https://www.youtube.com/watch?v=keaP0JAUncI


mercoledì 9 maggio 2018

Ghost stories


GHOST STORIES




Film del 2018 diretto da Jeremy Dyson e Andy Nyman presentato durante l’edizione del Lucca film festival con la presenza dell’attore Martin Freeman.
Con Ghost stories si ritorna indietro verso gli anni d’oro del cinema horror, dove si producevano film di qualità e in quantità massiccia, ovvero l’epoca dei film ad episodi dove la casa di produzione Amicus la faceva da padrona assoluta.
La tematica dei fantasmi è prettamente british come da tradizione letteraria e Ghost stories è un film puramente british: elegante, con tutti gli elementi ricorrenti del genere e anche un pizzico di ironia che non guasta mai.
Il film è articolato ad episodi, dove un sedicente investigatore del paranormale è chiamato ad indagare e risolvere tre casi.
Quindi come dicevo precedentemente gli elementi classici del genere ci sono tutti: luoghi abbandonati pregni di dolore e morte, spiriti che ritornano per rivendicare la propria esistenza, boschi notturni, macchine che rimangono in panne ecc..
Il tutto racchiuso in una cornice funzionale dove il nostro “scettico” smaschera le truffe del classico mago cialtrone, che sfrutta il dolore delle persone.
In ghost stories, il tutto viene miscelato con ripetuti jumpscare che però funzionano perfettamente, a drammi esistenziali, derive psicologiche e con location veramente indovinate, da brividi quella del primo episodio.
Il film è molto elegante, quindi non aspettatevi scene splatter o di violenza gratuita, la colonna sonora è funzionale, interamente strumentale tranne una bellissima canzone anni cinquanta nei titoli di coda.
Le recitazioni funzionano anche se il pezzo forte di tutto il film sono le location che nonostante siano state sfruttate in tante altre pellicole qua funzionano alla grande, sia nei momenti prettamente horror, sia nei momenti maggiormente evocativi come nell’ultimo episodio.
Il finale è tutto da scoprire, e non è per niente banale e scontato, ma può rimettere in gioco tutto quello che abbiamo visto e che avevamo creduto di capire fino a quel momento.
Consigliato!.


https://www.youtube.com/watch?v=mwznjCcFN6w