PAURA
Nel 2010 in Italia
assistemmo a una sorta di rilancio del cinema di genere horror in Italia.
Limitandomi ai film con distribuzione nei cinema, posso sicuramente indicare il
film Shadow di Federico Zampaglione, una buona distribuzione nelle sale,
incassi abbastanza striminziti, e superlativa edizione distribuita in dvd
grazie soprattutto alla rivista Nocturno , che tutti conosciamo.
Fu veramente un
edizione strepitosa: combo dvd- blu ray, bellissimo libro fotografico con
relative interviste al regista e al cast, fumetto e colonna sonora.
Il tutto, in una
bellissima confezione cartonata e al prezzo di cinquanta euro, che non sono
nemmeno tante per una cosa di queste proporzioni.
Shadow venne preso però
per quello che non è: ovvero un sicuro punto di svolta per il cinema horror
italiano, perché è un film buonissimo, dignitoso, di un regista alla sua
seconda prova.
Paura dei Manetti Bros
nel 2012, ebbe la solita presentazione in pompa magna da parte di Nocturno con
una copertina e un servizio in cui addirittura si scomodava Alfred Hitchcok
dicendo che in almeno un’inquadratura si poteva scomodare….
Incuriosito pure io da
questa recensione così entusiasta, andai immediatamente alla prima del film, in
un multisala quasi del tutto vuoto anche in concomitanza di una partita della
nazionale di calcio italiana.
La trama è molto
classica: tre ragazzi disadattati, entrano di nascosto dentro la villa di un
marchese per spassarsela.
Uno di loro, scende in
cantina, scoprendo che il padrone di casa custodisce parecchi segreti nascosti.
Ovviamente, il marchese
rientrerà anzitempo in casa, scoprendo i tre ragazzi.
Come accennato, la
trama è semplicissima, ma efficace, allora quali sono i difetti di questa pellicola
caduta nel dimenticatoio e odiata almeno dal 90% del pubblico?
Innanzitutto i primi
quaranta minuti sono veramente eccessivi: se partiamo da un’introduzione
efficace col primo delitto che fa da apripista, poi assistiamo all’entrata in
scena dei tre ragazzi di borgata e dei loro problemi esistenziali.
Passiamo poi alle loro
“zingarate” in casa del marchese, ma ci accorgiamo che sono passati ben
quaranta minuti, senza che siano successe cose degne di nota.
Fino al ritrovamento
della ragazza tenuta nascosta e al ritorno del marchese.
Dopo inizia il film
vero e proprio, ed è tutta un’altra storia, ovvero un film dignitoso,
realizzato sicuramente in povertà ma con molto coraggio.
Il gore non manca, e
viene mostrato in primo piano, con relativi effetti speciali vecchia scuola di
Sergio Stivaletti e anche con nudità frontali della giovane ragazza con una
rasatura effettuata dal marchese, molto esplicita.
Il film è spaccato in
due, se nella prima parte non succede niente, se non i problemi esistenziali
dei tre sfigati, nella seconda parte subentra un clima veramente morboso e
purtroppo (ripeto complice un budget striminzito, e si vede tutto), gli omicidi
finali vengono realizzati alla luce del sole, di notte sarebbe stata un’altra
cosa.
Per il resto, le recitazioni
funzionano e la colonna sonora si divide in due parti ben distinte: nella prima
la colonna sonora è costituita da rap italiano, la seconda invece da una sorta
di black metal che ci può stare benissimo.
Nessun commento:
Posta un commento