mercoledì 26 dicembre 2018





IL TESTIMONE INVISIBILE





Stefano Mordini dopo il bellissimo Pericle il nero, continua con il noir, avvalendosi nuovamente di Riccardo Scamarcio.
Il testimone invisibile è il remake del film spagnolo del 2016 Contrattempo di Orion Paulo.
La trama verte intorno alla figura del ricco dirigente Adriano Doria interpretato da Riccardo Scamarcio, accusato di aver ucciso la sua amante interpretata da Miriam Leone, una perfetta dark lady.
Insieme a questo delitto, ben presto la matassa comprenderà anche un incidente e la sparizione di un’altra persona e l’investigazione di suo padre interpretato magistralmente da Fabrizio Bentivoglio.
La trama apparentemente può risultare complicata, però il film è scritto talmente bene che invece risulta una messa in scena totalmente fluida, senza intoppi e senza punti interrogativi per lo spettatore.
Numerosi i colpi di scena e i ribaltoni come nel perfetto stile Noir, dove inutile ribadirlo gli italiani negli ultimi dieci anni sono diventati i numeri uno al mondo.
Ricordiamoci di film come Romanzo criminale, Vallanzasca, Acab, Suburra, lo stesso Pericle il nero, Arrivederci amore ciao, tutti film imperdibili.
Mordini, anche sotto l’aspetto registico è migliorato notevolmente dopo il buonissimo Pericle il nero, e nel testimone invisibile la differenza la fanno soprattutto gli attori, veramente straordinari a partire da Bentivoglio con un interpretazione caricata, allo stesso Scamarcio ennesima riprova che è un signor attore, a Miriam Leone.
Andate a vederlo al cinema !.


https://www.youtube.com/watch?v=zS4x7V8HlGw

martedì 11 dicembre 2018

Ghostland- il nuovo film di Pascal Laugier


                       LA CASA DELLE BAMBOLE- GHOSTLAND




Pascal Laugier è uno degli autori più interessanti del cinema contemporaneo. Un cinema fatto di una precisa linea registica, padronanza dei mezzi, un background culturale ricco di riferimenti al nostro cinema con Fulci e Argento e tantissima violenza sbattuta nel muso allo spettatore.
Saint Ange è un bellissimo ghost movie, con un impianto gotico e con notevoli scene che riuscivano a far paura senza abusare minimamente dei jumpscare.
Ma il boom avvenne con Martyrs, un film che è un vero e proprio pugno nello stomaco, cattivo, cinico, pieno zeppo di violenza fisica ma anche psicologica, un autentico capolavoro che mise finalmente in risalto il cinema di Laugier.
Lo sbarco ad Hollywwod con I bambini di Cold Rock, fu un mezzo passo falso, o meglio gli spettatori si aspettavano una sorta di Martyrs vol 2, mentre invece Laugier cambiò registro, realizzando un film intimista, e molto sobrio, a mio parere comunque molto bello.
Finalmente con La casa delle bambole- Ghostland sono riuscito a vedere un film di Laugier al cinema, in una sala purtroppo quasi deserta.
Il film ha come protagoniste due sorelle, in viaggio verso la casa di proprietà di loro zia. L’incipit è da classico slasher, il viaggio, un incontro sbagliato con una coppia di serial killer e la mattanza.
Anni dopo, la sorella con ambizioni letterarie riesce ad avere successo, però decide di ripartire verso la casa dove avvenne il fattaccio per aiutare la sorella che ancora non è riuscita a superare il trauma.
Ben presto i fantasmi del passato si rifaranno vivi.
Ghostland, è un film che viaggia su diverse linee temporali,che alterna aspetti psicologici in maniera approfondita ad elementi classici da horror classico con una notevole dose di violenza.
La regia è una vera e propria perla, senza nessuna sbavatura, così come sono curate le recitazioni e gli effetti speciali.
Buonissimo film, non siamo a livelli sublimi di Martyrs, ma rimane comunque una pellicola molto riuscita.

https://www.youtube.com/watch?v=VDl1NJGWP78

giovedì 6 dicembre 2018

CAT SICK BLUES- FOLLE E DELIRANTE, UN VERO FILMONE !



CAT SICK BLUES




Alla fine della visione di questo film, si rimane estasiati e con un profondo velo di tristezza.
Se da un lato rimaniamo a bocca aperta per la qualità del film e per il coraggio del giovane regista, nascerà comunque una forte malinconia per un finale struggente.
Anche cat sick blues come altri film indipendenti e totalmente fuori dagli schemi come Bunny the killer thing, nasce come cortometraggio e poi grazie alla piattaforma kickstarter è stato ampliato in lungometraggio.
La trama è completamente folle, intelligente e originale. Siamo in una società dove esistono terapie di gruppo per sostenere chi ha perso il proprio animale domestico.
Il protagonista crede che dopo aver ucciso nove persone, potrà far tornare in vita il suo amato gatto nero.


Mascherato da gatto, inizierà la mattanza.
Il film è intelligentissimo, furbo, il regista Dave Jackson conosce perfettamente i tempi di un film di questo genere e sa perfettamente quello che lo spettatore vuol vedere.


Anche un look alquanto pacchiano e trash come quello del killer, funziona perfettamente perché gioca come contrasto con gli omicidi altamente cruenti e splatter e una colonna sonora perfetta.
In cat sick blues c’è tutto quello che un patito dell’horror più duro può trovare.
Veramente un filmone che si merita tutti i complimenti ricevuti.
Tanto di cappello a Dave Jackson.


https://www.youtube.com/watch?v=wpVwmXDcQk4


venerdì 30 novembre 2018

Curse of the blind dead



                                                     CURSE OF THE BLIND DEAD






Da un giorno circola in rete il trailer del nuovo film di Raffaele Picchio, prodotto da una nuova casa cinematografica Mafarka di proprietà di Francesco Aliberti.
Devo dire con la massima sincerità che quando uscì la notizia che Picchio avrebbe fatto il remake del film di Amando De Ossorio, pensavo fosse una notizia fake e invece chiedendo ai diretti interessati mi confermarono la notizia, e le date di realizzazione.
Raffaele Picchio è uno dei registi più interessanti venuti fuori dal contesto indie, e vanta il bellissimo Morituris, The Blind King e il capolavoro Sakrifice contenuto nel film collettivo Sangue misto.
Nel comparto tecnico della pellicola, ritroviamo lo sceneggiatore Lorenzo Paviano, Alberto Viavattene come direttore della fotografia e precedentemente regista del bellissimo Morgue street contenuto nel film collettivo P.O.E 2 project of evil e Carlo Diamantini come effettista.
Un team ben collaudato, con la presenza anche di Luca Boni e Marco Ristori

In un mondo ormai giunto alla sua fine e reduce da un conflitto che ha spazzato via oltre la metà degli esseri viventi, padre e figlia cercano di sopravvivere raggiungendo quello che sembra l'ultimo avamposto rimasto. Nel viaggio si imbatteranno in un oscuro culto che sembra venerare qualcosa proveniente dal passato, qualcosa di immortale e malvagio pronto ad esplodere...

Curse of the Blind Dead é il nuovo film di Raffaele Picchio (Morituris, The Blind King), scritto a quattro mani con Lorenzo Paviano (The Blind King) e ispirato alla saga cult spagnola dei Resuscitati Ciechi creata da Amando de Ossorio negli anni 70’.
Il film é stato prodotto da Francesco H. Aliberti per Mafarka Film, neonata casa di produzione cinematografica dedicata allo sviluppo di film indipendenti di genere. 
Produttori esecutivi sono Marco Ristori e Luca Boni (autori di Zombie Massacre, Eaters, Morning Star). Alla fotografia Alberto Viavattene (The Blind King).

Il cast comprende: Aaron Stielstra (Anger of the dead), Alice Zanini, Francesca Pellegrini (Parasitic Twin), Bill Hutchens (The Human Centipede: Full Sequence), Micky Ray Martin, Douglas Dean, Sean James Sutton, Giulia Kapelanczyk e Gloria d’Osvaldo.
Il film vede inoltre il ritorno sulle scene dell’icona del cinema bis Fabio Testi, nel ruolo di un folle carceriere.



Il film attualmente in post-produzione verrá distribuito il prossimo anno.


https://www.youtube.com/watch?v=TSI1Wu_Sbek







mercoledì 14 novembre 2018

Overlord- bellissima sorpresa di fine 2018




OVERLORD




Il connubio cinema horror- nazismo è stato presente già dal capolavoro L’occhio nel triangolo del 1977, ma negli ultimi dieci anni grazie anche al successo di film come Dead snow, dead snow 2 di Tommy Virkola e Frankenstein army, si è ulteriormente sviluppato.
Gli ingredienti sono semplici: humour, violenza sparata a mille, e zombi come nei due dead snow, elementi sempre graditi ai puristi del cinema horror.
Overlord, prodotto da J.J. Abrahams e realizzato da Julius Avery è ambientato durante la seconda guerra mondiale, narra di un plotone di soldati americani che a causa di un inaspettato bombardamento aereo, deve effettuare un atterraggio di emergenza in un piccolissimo villaggio francese, in mano all’esercito tedesco.
Dopo aver trovato riparo in una casa, ben presto i soldati americani, scoprono gli esperimenti segreti che i dottori tedeschi stanno effettuando per far nascere soldati millenari, sorta di ibridi tra uomini e bestie.
Detto così, il film potrebbe essere una sorta di trash, in perfetto stile dead snow (cosa comunque che non deve essere considerata una cosa brutta, perché sono film realizzati veramente bene), e invece Overlord ha una perfetta patina da film serio, senza il briciolo di humour e tiene incollati allo schermo gli spettatori per tutta la durata della pellicola.
Le recitazioni funzionano perfettamente, su tutti il cattivissimo ufficiale tedesco, veramente una presenza malefica nel film.



Ottime le musiche di Jed Kurzel e molto validi gli effetti speciali, massiccia presenza di gore realizzato comunque veramente in maniera egregia.
Da vedere assolutamente, bellissima sorpresa di questa annata horror, dopo il discreto Halloween.

https://www.youtube.com/watch?v=lBrMdv0R8u0

venerdì 26 ottobre 2018

Halloween- ennesimo sequel inutile o vale la pena di vederlo?

                                                                 HALLOWEEN







Nel 2018, si sentiva il bisogno di un altro film su Michael Myers? Beh dipende, ovviamente da come poteva essere interpretato questo ennesimo sequel, di una delle saghe più povere del cinema horror.
Dico povere, perché a mio modo di vedere, a parte i primi tre film, e i due di Rob Zombie, il resto li ho trovati parecchi anonimi, nel migliore dei casi, film di semplicissimo intrattenimento, usa e getta.
Non voglio parlare di Halloween del sommo maestro John Carpenter, autentica lezione di cinema, mentre il secondo di Rosenthal pagava dazio per il predecessore, e il terzo invece non se l’è cagato nessuno, semplicemente perché non c’era Michael Myers.
Passiamo velocemente ai film di Rob Zombie, se Halloween the beginning, era per metà un film suo, pieno zeppo di violenza e sperimentazioni, la prima parte era un compromesso verso la Lions gate, in ogni caso comunque fatto benissimo.
Il secondo capitolo, è una summa massima del cinema del buon Rob, fatto di visioni oniriche, cupo, marcio e violentissimo. Non è stato capito, però per me è un capolavoro.
Cosa aspettarsi quindi da questo nuovo Halloween? Semplicemente un discreto intrattenimento, girato benino e parecchio violento.
Se vi aspettate uno slasher divertente, per un 1 ora e 40 di svago, va benissimo, se cercate qualcosa di più, rimarrete delusi, visto che non aggiunge niente di nuovo a tutto quello che già sappiamo.
In alcune parti del film, “omaggia” alcuni spunti della pellicola originale, e  il regista dimostra comunque di trovarsi a suo agio per tutta la durata della pellicola anche nelle scene più violente, dove mostra tutto quello che si può mostrare per un film v.m ai 14 anni, senza farsi troppi problemi.
Buone le recitazioni, tra tutte spicca una Jamie Lee Curtis, invecchiata, ma ancora parecchio incazzata con il suo parente.
Ottima la colonna sonora realizzata dal figlio di Carpenter.

https://www.youtube.com/watch?v=y-7Kqvh91WY


SEARCHING



                                                             SEARCHING







Film del 2018 girato da Aneesh Chaganty.
Col proliferare dei nuovi mezzi tecnologici, sono nati film che si svolgono prevalentemente attraverso le chat, come il mediocre Unfriended (mentre invece la versione americana A friend request mi piacque), o addirittura girati col telefono cellulare come Unsane di Soderbergh (molto curioso di vederlo).
Il problema maggiore di queste scelte registiche, è la staticità, la noia del mancato dinamismo scenico.
Searching ha una storia semplicissima, che pesca a piene mani nel quotidiano: una figlia minorenne, orfana della madre sparisce inaspettatamente di casa.
Il padre, sconvolto inizia un indagine coadiuvato da un’investigatrice caparbia, scoprendo che forse non conosceva così bene la figlia.
Il mancato dinamismo della scelta registica, di pensare al film come composto da un buon 70% di schermate di computer, viene sostituito da una sceneggiatura orchestrata molto bene, capace di disorientare lo spettatore almeno tre volte durante un ora e trentacinque di film.
Le recitazioni funzionano molto bene e il film coinvolge lo spettatore.
L nota dolente è il film, con un buco di sceneggiatura evidente e dal taglio troppo buonista.
Tutto ciò, comunque non pregiudica affatto il discreto esito finale del film.



https://www.youtube.com/watch?v=GsOnEIWQFHo

venerdì 5 ottobre 2018


THE CARPENTER’S HOUSE




Sangue, tette, culi e finalmente anche in Italia, qualcuno che spinge il pedale sull’acceleratore.
Da poco è uscito in dvd, distribuito dalla Home movies, The carpenter’s house, lungometraggio diretto da Brace Beltempo, già autore dell’interessante cortometraggio The tracklist (contenuto negli extra del dvd).
La trama del film è quanto di più semplice ci sia: quattro ragazze facenti parte di un gruppo rock, decidono di andare in una falegnameria abbandonata per girare il loro videoclip.
Ovviamente, ci sarà il classico villain pronto a macellarle a dovere.
Il film mixa a dovere tre sottogeneri dell’horror: ovvero lo slasher con la classica trama vista e rivista ma che se saputa adattare funziona sempre, le protagoniste belle, maledette e con un campionario ben presente di culi e tette col regista che sa perfettamente che questo è un elemento sempre ben gradito agli appassionati del genere e quindi fa capire che conosce questi codici.
Le protagoniste funzionano quando non recitano, ovvero si prestano come corpi esibiti, mostrati dalla videocamera del regista che le insegue, mostra i loro dettagli intimi e poi le fa macellare. Mentre invece quando le fa recitare, sinceramente non reggono, mostrando chiaramente che non sono vere attrici.
Il villain è quanto di più classico ci possa essere mostrato, ma funziona perfettamente.
Un altro sottogenere affrontato è il torture porn, con alcuni omicidi davvero molto efficaci e cruenti e che si spinge davvero molto in là con tanto di eiaculazione ben mostrata da parte del villain su di una testa recisa ed infine lo splatter con una scena nel finale tanto riuscita quanto destinata ad un pubblico ben preparato per certe immagini forti.
A differenza di altri film che funzionano quando non si prendono troppo sul serio, The carpenter’s house dal mio punto di vista funziona invece quando si prende sul serio, quando vuole essere cattivo e mostra, mentre invece quando si dilunga in scene inutili di quotidianità, in dialoghi spesso banali quanto poco efficaci e in scene ridicole come quella dei redneck perde un pochino del suo smalto e la patina di film estremo.
In ogni caso si nota che Beltempo è un regista che padroneggia il film dall’inizio alla fine, con una regia attentissima ai particolari, facendo si che la pellicola riesca ad intrattenere perfettamente lo spettatore.
Il dvd è impreziosito da numerosi extra e da un simpaticissimo gadget, ovvero la riproduzione di un biglietto del concerto della band del film che ricordo è vietato ai minori di diciotto anni.

https://www.youtube.com/watch?v=jvfwCntITqE

sabato 8 settembre 2018


SLENDER MAN




Film americano del 2018 di Sylvain White già autore del film horror Leggenda mortale, il terzo capitolo della saga So cosa hai fatto.
Lo Slender man è un personaggio horror che è letteralmente nato sul web, attraverso le creepy past, ovvero quelle leggende popolari di paura.
Ma cosa sarebbe?
Semplicemente una creatura senza volto, con braccia enormi che si nasconde in zone appartate come boschi per rapire ragazzi.
Nel cinema horror, è comunque un personaggio poco sfruttato e ricordo solamente il non memorabile film Always be watching, da noi uscito direttamente in dvd.
Le premesse per un film veramente poco indovinato c’erano tutte e invece……. Vedendolo alla prima nazionale, devo dire che sinceramente è un film sicuramente non del tutto riuscito ma nemmeno così brutto.
La storia è tipicamente teen oriented, ovvero personaggi giovanili appartenenti al mondo del college, che per combattere la noia di una tipica cittadina di provincia americana, evocano lo slender man che rapisce una di loro.
Parte la loro indagine, avventurandosi in un mondo oscuro.
C’ è tutto l’immaginario teen, costituito da computer, cellulari, linguaggio slang ecc.
Non manca la tensione, ma la violenza è del tutto assente, sicuramente una strategia per non incorrere in un divieto ai minori.
Le recitazioni funzionano, così come la colonna sonora.
Vedendo Slender man, sicuramente vi verrà in mente il film The ring, e le cose in comune così come alcune scelte registiche sono veramente tante.
Ma il regista ha visto lungo, vedendo gli incassi ottenuti in Italia di questo film.
https://www.youtube.com/watch?v=ySy8mcceTno




mercoledì 20 giugno 2018

LIKE - UN CLASSICO TORTURE ?




LIKE




Like è un cortometraggio della durata di venti minuti di Giulio Manicardi, realizzato nel 2018.
Le immagini iniziali ci mostrano una famiglia ripresa in momenti comuni di vita quotidiana riprese con lo stile classico del filmino delle vacanze.
Ben presto capiamo che il padre di famiglia nasconde dei segreti molto torbidi che hanno a che fare con la pedofilia.
Proseguiamo col classico scenario da torture porn, con il padre immobilizzato sulla sedia e un carnefice davanti a lui.
Gli espedienti della sedia, della location e della ball gang, ci farebbero pensare ad un torture porn.
Già, ma per chi non lo sapesse cos’è un torture porn?
Il torture porn si può riassumere semplicemente in violenza sparata a mille, torture e strazio del corpo umano, il tutto ripreso in primissimo piano come appunto la penetrazione nel cinema porno.
Un sottogenere che comunque, è nato, morto e sepolto da cento film di mediocre fattura, un po’ come successe con la musica nel crossover.
Ma ci troviamo davanti ad un classico torture?
Non proprio, la vittima viene sottoposta ad una tortura mentale, vengono messi alla berlina i propri vizi, davanti ad un pubblico in stile grande fratello.
Di Like colpisce immediatamente la perizia tecnica, la fotografia e la regia senza sbavature, sempre su buonissimi livelli.
Il corto può anche essere interpretato come un atto di accusa verso la stupidità dei social network dove spesso viene data importanza a cazzatone clamorose come appunto i like.
Molto convincente la recitazione del carnefice, meno convincente invece la vittima, un pochino troppo monocorde anche nei momenti più drammatici.
Anche la colonna sonora poteva essere sfruttata maggiormente mentre appunto le location sono perfette.
Like vive di contrasti e colpi di scena: una caratterizzazione classica da torture, ma senza la violenza che contraddistingue i torture.
Una precisa scelta stilistica del regista, ma che secondo me può risultare abbastanza discutibile, in ogni caso tutto ciò non pregiudica affatto la buona riuscita del corto, che ricordiamo è un’opera prima e che fa ben sperare verso altri lavori di questo livello.

https://www.youtube.com/watch?v=u9g8SnlAtJ0


venerdì 15 giugno 2018

211- Rapina in corso. Sia lodato Nicolas Cage



                                               211 RAPINA IN CORSO









Non ho mai negato la mia ammirazione per Nicolas Cage, attore poliedrico vincitore di un oscar per l’interpretazione in via da Las Vegas di Mike Figgis, ma che ha lavorato anche con altri autori come Lynch, Scorsese, De Palma .
Cage essendo un fuori di testa anche nella vita privata, dà sempre il meglio di sé quando non viene ingabbiato in ruoli “regolari”, ma lasciato libero di esprimere al meglio la propria follia (guardatevi il fake trailer grindhouse in cui interpreta Fu Manchu).
In 211 rapina in corso, il ruolo sembra regolare, ovvero un poliziotto in crisi, prossimo alla pensione, una vita disastrata con la figlia che non gli rivolge la parola, sta anche per diventare nonno, ma ha da poco perso la moglie per un brutto male.
Il suo destino si incrocerà con un commando di mercenari figli di troia che assalteranno una banca sede di denaro riciclato e di un ragazzo di colore che dovrà passare del tempo con la polizia per una rissa avvenuta a scuola.
L’impianto è classico, da film per tutta la famiglia e il rischio di trovare una ciofeca è alta, però….. sorpresa.


Si capisce immediatamente che il commando di mercenari è composto da sadici figli di troia, che non si fermeranno davanti a niente, quindi troveremo tutta una serie di esecuzioni di innocenti, di proiettili che entrano nella carne con relativi primi piani delle conseguenze.
E il nostro Nicolas? Inizialmente sornione, incazzato con la vita, prende rapidamente la situazione in pugno, come da prassi.
Il film si lascia vedere, non annoia minimamente e anzi come dicevo precedentemente sorprende per la cattiveria, fino agli ultimi cinque minuti finali dove prende corpo il classico happy end, dove i cattivi muoiono insieme ad almeno una dozzina di innocenti, però il tutto non pregiudica il discreto esito finale.
Dignitoso action- thriller.


https://www.youtube.com/watch?v=NzlABSp2V8c


martedì 29 maggio 2018

H.P LOVECRAFT'S TWO LEFT ARMS





H.P.LOVECRAFT’S
TWO LEFT ARMS





Dal mio punto di vista gli autori fondamentali per ogni serio appassionato di letteratura horror (non voglio utilizzare il termine fantastico, perché il discorso sarebbe troppo ampio), sono tre.
Edgar Allan Poe, Howard Phillips Lovecraft e Stephen King.
Se di Poe e King, sappiamo con precisione quasi tutto anche della loro vita private, delle esperienze con alcool e droga, il personaggio di Lovecraft è sempre rimasto nel mistero.
Sappiamo che era molto solitario, introverso, non aveva avuto una vita felice, ma per il resto dobbiamo attenerci a ipotesi, leggende su viaggi e poco altro.
In ambito cinematografico Poe e King hanno avuto molti adattamenti, mentre Lovecraft pur essendo un narratore “visivo”, è stato sempre difficilissimo da adattare, non dimentichiamoci che ha inventato nuovi mondi, nuove popolazioni e anche linguaggi.
Stuart Gordon, Brian Yuzna, John Carpenter, ma anche Ivan Zuccon, Federico Greco e Mariano Baino con lo splendido Dark Waters, hanno tentato di rappresentare il solitario di Providence.
Domiziano Cristopharo ci prova con questo two left arms, di recente distribuito dalla casa americana widowma, anche se dal mio punto di vista l’episodio contenuto nel film collettivo Phantasmagoria, conteneva già alcune tematiche di Lovecraft.
Cristopharo è un autore che seguo dal 2009 e che ho avuto modo di conoscere di persona e con cui comunque mi tengo in contatto tramite i social (che servono anche a tenersi in contatto, a chiedere informazioni a registi e non a rompere i coglioni…).
Per chi non lo conoscesse consiglio tre film che sono fondamentali per capire il suo modo di concepire il cinema,ovvero House of flesh mannequins per la capacità e il coraggio di proporsi realizzando un’opera prima scomoda, difficile e che non lascerà indifferente lo spettatore.
Red Krokodil per la capacità tecnica di realizzare un film così visionario, tecnicamente ineccepibile con pochissimo budget e anche Doll syndrome perché vi si appiccicherà addosso per diverso tempo, film cattivissimo, pericoloso e comunque rimane un’esperienza nel lato oscuro di voi stessi.
La prima cosa che balza agli occhi di H.P. Lovecraft Two left arms è un supercast composto da Yvonne Sciò, Ruggero Deodato, Frank Laloggia, Carlo De Mejo, Paolo Stella e il bravissimo Yuri Antonosante già attore in altri film di Cristopharo.
Si rinnova anche la collaborazione con lo sceneggiatore Andrea Cavaletto, uno degli autori più interessanti nel panorama indipendente, guardatevi Beautiful people di Amerigo Brini, e poi mi saprete ridire.
Il film di Cristopharo, prende spunto da un sogno di Lovecraft ed è ambientato in Italia.
L’atmosfera gotica, la fa da padrona sin dall’inizio, tra specchi, notti tormentate da eventi luttuosi, spettri.


Ma anche tornando in epoca contemporanea, il regista non abbandona questi espedienti classici, ma semplicemente utilizza altri stratagemmi cinematografici prettamente horror, ovvero l’arrivo dello straniero nel piccolo paese dove tutti gli abitanti sembrano inospitali, e chiusi nelle loro tradizioni.
I punti di forza della pellicola, risiedono sicuramente nelle atmosfere cariche di mistero e anche nell’interpretazione di Frank Laloggia, davvero bravo.
I punti deboli dal mio punto di vista si possono riscontrare nell’eccessiva dose di elementi derivativi, ad esempio la figura del restauratore è veramente troppo simile a quella del film La casa dalle finestre che ridono di Pupi Avati.
La figura dell’ubriacone interpretato da Ruggero Deodato, che mette in guardia lo straniero, è un espediente classico ma che anche qua dovuto anche all’eccessiva caratterizzazione caricaturale del personaggio, a mio modo di vedere non funziona e strappa anche delle risate che in questo contesto non ci stanno per niente bene.
Ad esempio nella scena del suo omicidio, non c’è tensione.
Nella seconda parte della pellicola, si sviluppa una serie di incubi del protagonista che funzionano e che sembrano far guadagnare ritmo al film, fino a questo momento forse l’elemento che più mi ha sdubbiato .


La regia comunque è molto buona, Cristopharo sfrutta decisamente al meglio quello che ha a disposizione e che sa di poter valorizzare.
1-    Gli spazi esterni, le location sono delle vere e proprie chicche, non c’è uno spazio che non funziona, sia come atmosfera che per la bellezza naturale.
2-    La mimica degli attori, Yvonne Sciò a tratti sembra recitare con lo sguardo, mentre Laloggia è tutta una mimica (STRAORDINARIO!)
3-    I virtuosismi con la macchina da presa non sono invasivi e diventano elemento accessorio del film.
Purtroppo come detto precedentemente, il ritmo è davvero basso, alcune scelte tecniche sono veramente discutibili, come appunto la caratterizzazione del personaggio interpretato da Deodato, l’utilizzo di effetti speciali in post produzione (l’essere tentacolare, sarebbe andato bene per un film di fantascienza anni cinquanta), contrastano davvero troppo con le atmosfere vecchio stile e sicuramente non giovano alla buona riuscita del film che avrebbe anche avuto degli spunti interessanti, ma che non sono stati adeguatamente sviluppati.
 https://www.youtube.com/watch?v=keaP0JAUncI


mercoledì 9 maggio 2018

Ghost stories


GHOST STORIES




Film del 2018 diretto da Jeremy Dyson e Andy Nyman presentato durante l’edizione del Lucca film festival con la presenza dell’attore Martin Freeman.
Con Ghost stories si ritorna indietro verso gli anni d’oro del cinema horror, dove si producevano film di qualità e in quantità massiccia, ovvero l’epoca dei film ad episodi dove la casa di produzione Amicus la faceva da padrona assoluta.
La tematica dei fantasmi è prettamente british come da tradizione letteraria e Ghost stories è un film puramente british: elegante, con tutti gli elementi ricorrenti del genere e anche un pizzico di ironia che non guasta mai.
Il film è articolato ad episodi, dove un sedicente investigatore del paranormale è chiamato ad indagare e risolvere tre casi.
Quindi come dicevo precedentemente gli elementi classici del genere ci sono tutti: luoghi abbandonati pregni di dolore e morte, spiriti che ritornano per rivendicare la propria esistenza, boschi notturni, macchine che rimangono in panne ecc..
Il tutto racchiuso in una cornice funzionale dove il nostro “scettico” smaschera le truffe del classico mago cialtrone, che sfrutta il dolore delle persone.
In ghost stories, il tutto viene miscelato con ripetuti jumpscare che però funzionano perfettamente, a drammi esistenziali, derive psicologiche e con location veramente indovinate, da brividi quella del primo episodio.
Il film è molto elegante, quindi non aspettatevi scene splatter o di violenza gratuita, la colonna sonora è funzionale, interamente strumentale tranne una bellissima canzone anni cinquanta nei titoli di coda.
Le recitazioni funzionano anche se il pezzo forte di tutto il film sono le location che nonostante siano state sfruttate in tante altre pellicole qua funzionano alla grande, sia nei momenti prettamente horror, sia nei momenti maggiormente evocativi come nell’ultimo episodio.
Il finale è tutto da scoprire, e non è per niente banale e scontato, ma può rimettere in gioco tutto quello che abbiamo visto e che avevamo creduto di capire fino a quel momento.
Consigliato!.


https://www.youtube.com/watch?v=mwznjCcFN6w

martedì 10 aprile 2018

The cannibal club - cannibalismo e perversioni dal Brasile


THE CANNIBAL CLUB







Frequentare assiduamente i cineclub e festival del settore, fa sempre scoprire piccole perle di cinema indie, che probabilmente non vedremo mai in italia, visti anche i temi abbastanza scabrosi.
The cannibal club è un film brasiliano di Guto Parente, in concorso al Lucca film festival 2018.
La programmazione è abbastanza scomoda, ovvero alle 17 eppure il cinema centrale è quasi pieno.
La trama ruota intorno ad una coppia di pervertiti, a cui piace adescare giovani per intrattenere rapporti sessuali “aperti”, ucciderli e poi mangiarli.
Sinceramente mi aspettavo un film grottesco, con parecchia ironia, e invece mi sono trovato davanti ad un film pieno zeppo di sangue, violenza, sesso esplicito e nero come la pece.
La regia è precisa, senza troppi virtuosismi e le recitazioni funzionano perfettamente.
The cannibal club è un film scomodo, che se dovesse uscire in italia, attirerà sicuramente le attenzioni della censura.

https://www.youtube.com/watch?v=9k5XylZYK94

venerdì 30 marzo 2018

Hobo with a shotgun - film sotto lsd


HOBO WITH A SHOTGUN




Parecchi anni fa girò in rete un fake trailer con inseriti alcuni spezzoni di film realizzati da registi tra cui Eli Roth, Rob Zombie e Robert Rodriguez.
Tutti avevano delle cose in comune: ovvero erano realizzati in stile grindhouse, sporchi, e pieni zeppi di sangue.
Alcuni di questi fake trailer vennero tramutati in veri e propri lungometraggi tra cui Hobo with a shotgun di Jason Eisener.
Ancora inedito in Italia, ma regolarmente distribuito all’estero e reperibile in una pregevole edizione import U.K con un making of di circa un’ora oltre al trailer, ad un prezzo di poco superiore alle dieci euro.
Cos’è Hobo with a shotgun? Il delirio più assoluto, la follia, l’estremo su pellicola.
Qualcosa che vive di contrasti: diverte, ma nello stesso tempo fa male, mostrando una serie di cose aberranti tutte in primissimo piano.
Un clochard interpretato da Rutger Hauer, arriva in una città dove la corruzione la fa da padrone, governato da un dispotico riccone e dai suoi sgherri usciti da un drive in anni cinquanta, ma cattivissimi e letali.
La corruzione viene premiata, ma il clochard è totalmente fuori di testa e decide di combatterla a modo suo: ovvero con la violenza più sfrenata.
Una sorta di Kick ass sotto LSD.
Si, perché gli attori sembrano recitare sotto droga sintetica, così come il regista e il direttore della fotografia.



I colori virano dal rosso, al pastello, dalla classica pellicola graffiata, a dei piani che sembrano messi apposta per disorientare lo spettatore.
Tutto viene mostrato: teste staccate, budella che fuoriescono, arti amputati ecc.. quindi si tratta di un film assolutamente per adulti.
Almeno una scena è quanto di più brutale sia stato mostrato al cinema.
Ma la violenza di Hobo (ripeto, a parte una scena), è figlia di quegli splatteroni che possono disgustare ma nello stesso tempo ti fanno ridere come un povero coglione.
Da vedere assolutamente, ed è un film che non può mancare in ogni videoteca di maniaco mentale che si rispetti.
https://www.youtube.com/watch?v=ssHEAOrAdCU
https://www.youtube.com/watch?v=1DSbBhC57FM