ELLE
Paul Verhoeven insieme
a Lars Von Trier è uno dei registi più estremi attualmente in circolazione.
Ogni film che realizza,
puntualmente suscita sempre grandissimo scalpore e non lascia mai indifferenti.
Io lo scoprii da
piccolo, grazie a Robocop, convinto che si trattasse di un semplicissimo film
per ragazzi, rimasi sbigottito di fronte a così tanta violenza e cattiveria.
Ovviamente, il più
grande boom mediatico, avvenne con Basic istinct, tecnicamente impeccabile,
confezionato in maniera eccelsa, dal mio punto di vista, rimane un semplice film
di cassetta, che riuscì grazie soprattutto al fascino di Sharon Stone e appunto
alla classe di Verhoeven.
Dopo alcuni film che
non hanno riportato una grande risonanza mediatica come Black book e Steekspel,
finalmente ritorna con Elle a far parlare di sé, finalmente l’autore, il grande
regista ritorna a scandalizzare.
Elle è un film
difficilissimo, molto conturbante e pieno zeppo di contenuti.
Ha una durata di due
ore e dieci minuti, che scorrono via in maniera velocissima e senza possibilità
di mollare lo schermo per dieci secondi.
Michelle, interpretata
magnificamente da Isabelle Huppert (mai così brava e nella parte), è una donna
di mezza età, dal passato travagliato, la sua vita è costituita dalla sua
carriera come manager in un importantissima ditta di videogiochi.
Un giorno, viene
brutalmente stuprata nella sua abitazione e nei giorni successivi, continua ad
essere tormentata dal suo aguzzino.
Il sottotesto da
thriller-noir è un escamotage del regista che ci introduce e descrive
accuratamente tutta una serie di personaggi, vuoti, completamente negativi,
dalla vita costellata di fallimenti, tutti alle prese con le proprie
frustrazioni, parafilie sessuali.
L’investigazione di
Verhoeven, come in tutti gli altri film, non lascia scampo e la macchina da
presa entra direttamente dentro i vari personaggi, mettendo alla berlina,
facendo conoscere allo spettatore tutto quello che nella vita reale dovrebbe
rimanere nascosto.
Non ci sono personaggi
positivi, fino al diabolico finale.
Verhoeven appunto come
Lars Von Trier, è un regista che ama mostrare, anche nelle situazioni scabrose
ed Elle non è da meno, la scena dello stupro è discretamente forte, così come
altre scene, viene mostrato tutto quello che serve ad una caratterizzazione e
dimostrazione che il vero protagonista della pellicola è appunto il regista, e
che i personaggi sono tutti marionette.
La colonna sonora
funziona, così come la sceneggiatura, senza sbavature e le interpretazioni sono
ottime, tra cui appunto quella della straordinaria Isabelle Huppert, donna
glaciale, vuota, senza più reazioni di fronte ai colpi della vita.
Film consigliatissimo,
questo è cinema.
https://www.youtube.com/watch?v=H-iBBgcp7PY
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