martedì 28 febbraio 2017

Nyctophobia





Nel contesto del cinema indie italiano, c’è chi parla, chi vive di specchio riflesso e chi invece pedala e lavora senza aprire mai bocca.
Francesco Longo l’ho conosciuto di persona al fi pi li horror festival di Livorno dove eravamo in concorso con due cortometraggi e ci collaborai pure per il progetto collettivo 17 a mezzanotte.
Oltre che essere una persona di un’umiltà più unica che rara, gli devo riconoscere un netto miglioramento che fa dopo ogni lavoro.
Nyctophobia conclude la trilogia dei cortometraggi sulle “paure “dell’uomo iniziata con Skizophrenia , e degnamente proseguita con  claustrophobia    .
Nyctophobia narra di un uomo e del materializzarsi di figure demoniache, strettamente legate alla sua persona e alla sua vita.
Queste presenza affiorano in maniera minacciosa di notte, con il buio e rappresentano in pieno la natura “notturna “ del cortometraggio, perlopiù ambientato in luoghi scuri e poco illuminati.
A mio modo di vedere è il tassello della trilogia più riuscito con alcune trovate veramente notevoli e da brividi.
Buoni i trucchi e le recitazioni, in un contesto demoniaco che può veramente inquietare lo spettatore più sensibile.
Longo usa la carta più difficile, ovvero cercare di suscitare paura, senza sfruttare il classico espediente splatter, ma mantenendo un proprio stile basato sulla suspense e sulle apparizioni.
Altra nota di pregio, l’essere riusciti a mantenere una coerenza formale anche a livello narrativo senza ricorrere al dialogo, cosa difficilissima .
Molto riuscita anche la colonna sonora interamente strumentale, mentre la scena nel parco sinceramente non mi ha molto convinto, un pochino troppo simile a quella del precedente cortometraggio, ma è solamente una mia impressione.
In conclusione non mi resta altro che fare i complimenti a Francesco Longo, veramente tanto di cappello.


Federico Tadolini

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