lunedì 29 agosto 2016

LOOP





Nel panorama del cinema indipendente capita di trovare anche chi sceglie la strada più difficile, ovvero quella di evitare i soliti lavori a base di zombi e serial killer, litri di sangue e frattaglie (lungi da me criticare questi prodotti, ma effettivamente sono molto inflazionati) per toccare tematiche ben più difficili e maggiormente ostiche sia sotto l’aspetto realizzativo, e anche per catturare l’attenzione dello spettatore.
Loop è un cortometraggio di Paul Gabriel Cornacchia e sceneggiato da Lorenzo Paviano già conosciuto per aver scritto i due cortometraggi di Stefano Rossi tra cui il superbo Recording, e che aspetto con trepidazione per The blind king il nuovo lavoro del coraggioso regista romano Raffaele Picchio (se Morituris non vi dice niente, è un problema vostro).
Il corto della durata di diciassette minuti non ancora visibile online ma che è stato presentato al fantafestival di Roma ripercorre i ricordi, la tristezza di un uomo chiuso dentro la sua abitazione, senza più speranza nella vita e senza obiettivi, ma impegnato solamente nel ricercare con la mente i trascorsi con una giovane ragazza che si capisce immediatamente ha chiuso con lui ogni tipo di rapporto.
Sicuramente è un lavoro che sprigiona sin dalle primissime inquadrature e avvalendosi di una regia “fluida ma allo stesso tempo essenziale e precisa nei dettagli” un carico di malessere non indifferente e che catapulta lo spettatore più attento dentro il mondo del protagonista.
Questo è un mondo popolato solamente da una persona ovvero la ragazza che insegue con la sua memoria, per il resto è totalmente vuoto, senza più nessuna dignità e senza interesse .
Loop è un cortometraggio che fa perno sull’insieme delle cose a disposizione e che funziona grazie a tutto il meccanismo ben consolidato.
Ottima la recitazione di Daniele Favilli, funzionale quella di Lavinia Pini, ottima la colonna sonora e come dicevo precedentemente molto buona e “intelligente “la regia, precisa e attenta nel seminare “indizi” allo spettatore senza cedere a sterili virtuosismi che non sarebbero stati pertinenti per un corto di questa fattura.
Abbastanza prevedibile la soluzione finale ma comunque non pregiudica affatto il buon esito del cortometraggio
Federico Tadolini

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