mercoledì 8 giugno 2016





FOOT FOOD
STEFANO ROSSI






A me la scrittura di Stefano Rossi piace.
Sicuramente questo non è il modo più idoneo per iniziare una recensione, ma almeno una volta vorrei scriverla staccandomi dalla solita convenzione 1- introduzione dell’opera-autore 2- brevi accenni della trama (rigorosamente senza spoiler), 3- collocazione in un preciso genere con analisi dei codici 4- caratteristiche dei personaggi 5- breve giudizio critico.
Vorrei appunto scriverla nello stile di Foot food, quindi immaginatevi di guidare in un non meglio precisato deserto con tutte le caratteristiche del caso: caldo asfissiante, sudore, noia, fame, voglia di incontrare una qualsiasi persona di sesso femminile.
Cosa si prospetta all’orizzonte? Un foot food, ovvero una sorta di fast food dove tutto viene servito a forma di piede.
E già questa cosa, è una figata assoluta,
Polvere, tette grosse, carne……
Essendo un fervido appassionato di cultura americana, nonché ragazzo del drive-in, luogo di culto dove si può mangiare roba sporca e unta con la presenza di individui caratteristici dalle molteplici sfaccettature e parafilie, non posso non apprezzare questo libro che è un contenitore delle passioni di Stefano Rossi cinema- letteratura- musica.
Già perché foot food è come fosse una partitura musicale oppure un disco fottutamente rock al 100%, pieno zeppo di chitarre ruggenti e acide.
Già ma di cosa parla questo libro? Se avete letto 24 ore il precedente libro di Stefano Rossi, sapete già cosa aspettarvi.
Ovvero una storia pulp piena zeppa di frattaglie con tanti personaggi, ma senza un vero protagonista assoluto, divertimento, ritmo altissimo.
L’unica cosa che manca in questo libro è la noia, perché Rossi da abile lettore- scrittore e anche regista sa perfettamente i codici da utilizzare e dove piazzarli.
In foot food, troviamo anche elementi horror, che a mio avviso stonano un po’ col resto del libro, ma è un giudizio assolutamente personale, perché sono comunque ben strutturati e non risultano “indigesti” o forzati.
Se fosse un film consiglierei tranquillamente di guardarselo d’estate in un drive in a bordo della propria macchina, in compagnia di una ragazza.
Invece questo libro andrebbe distribuito proprio davanti ai drive in, sono sicuro che andrebbe a ruba.
In alternativa, consumatelo preferibilmente in una bella giornata di sole sulla spiaggia oppure davanti ad un cheeseburger unto e bisunto accompagnato con patatine fritte e coca cola.

Federico Tadolini

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