giovedì 26 maggio 2016

SOMNIA






Due anni fa uscì nei cinema con una buona distribuzione il film horror Oculus di Mike Flanagan.
Fu una bella sorpresa alquanto inaspettata, difficilmente ho visto un’opera prima così curata in ogni dettaglio e soprattutto un film che facesse veramente paura con un sapiente mix di tensione e scene violente sapientemente distribuite per tutto l’arco dei novanta minuti.
Inoltre una colonna sonora strumentale che metteva veramente i brividi, degna erede di quelle partiture veramente riuscite di Joseph Bishara.




Ieri è uscito nei cinema (e anche qua con una buona distribuzione) Somnia, sempre di Mike Flanagan  .
Aspettavo molto questo film anche per verificare se le premesse di Oculus sarebbero state rispettate e se Flanagan poteva essere indicato come un nuovo esponente del cinema horror che purtroppo latita parecchio (soprattutto nel 2016) di nuovi maestri .
Purtroppo anche Adam Wingard dopo il superbo you’re next ha voltato pagina, affrontando il thriller con The guest (da luglio regolarmente distribuito in dvd-blu ray anche da noi).
Aspettiamo al varco Rob Zombie con 31 e Domiziano Cristopharo con Virus per vedere se ci sono altri sbocchi per questo genere, dal momento che The boy non ha detto praticamente niente di nuovo.
Quindi mi fiondo subito al cinema per assistere alla prima visione di Somnia.
La trama è abbastanza derivativa: una giovane coppia dopo la morte del loro unico figlio adotta un bambino con seri problemi legati al sonno.
In sostanza ha un potere, ovvero quello di creare “presenze materiali” a secondo del suo sonno, può riuscire a materializzare stupende farfalle, come creare l’uomo- cancro un essere demoniaco, strettamente legato al suo passato.
Il film è abbastanza lento (ma non è questo il punto), ovvero per raccontare e far vedere due cose, si ingarbuglia in cento cose che potevano a mio vedere essere tranquillamente evitate, come un riempitivo …
La regia si mantiene molto fluida come nel precedente Oculus, confermando le qualità del regista che non ha i vezzi e l’abilità tecnica di James Wan, ma che la macchina la sa utilizzare molto bene.
Negli ultimi anni, il film Babadook forse è la pellicola che ha catalizzato maggiori consensi e a tratti Somnia me l’ha ricordato, così come il film spagnolo La madre.
La colonna sonora è costruita in maniera meno d’impatto che nel precedente Oculus ma si mantiene su buonissimi standard qualitativi, ed è curata da Danny Elfman, che contribuisce a creare quel mondo "magico" da fiaba alla Timb Burton, cosa che mi ha infastidito non poco.
Le recitazioni funzionano molto bene, mentre gli effetti speciali sono pochi e senza presenza di scene violente, mentre la creatura è stata costruita in digitale (in maniera molto discutibile).
Somnia si distanzia nettamente dal genere horror, prendendo sempre più la via verso un dramma famigliare, ben orchestrato, ma che lascia una brutta patina di già visto e di buonismo a tratti esasperante.
Sicuramente un film fatto bene e confezionato meglio, ma che continua nella scia del già visto e del prevedibile, senza particolari note di merito .


Federico Tadolini

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