sabato 5 marzo 2016






CLAUSTROPHOBIA








Francesco Longo è un giovane regista con all’attivo il cortometraggio Venia mortis incluso nel film antologico 17 a mezzanotte, Skizophrenia che potrebbe essere considerato il primo tassello di un’ipotetica trilogia di cui Claustrophobia è il perfetto seguito.
La trama di questo cortometraggio della durata di poco più di otto minuti, è molto semplice ovvero il comportamento di una giovane ragazza che soffre di questo disturbo molto difficile da curare e da gestire.
I toni sono molto cupi, così come la fotografia e le location che esaltano ancora di più il pessimismo e la carica negativa presenti in questo lavoro, che può risultare veramente disturbante.
La mancanza di dialoghi, le musiche utilizzate, e alcune scelte registiche come la visione distorta durante il risveglio della donna a mio modo di vedere sono particolarmente azzeccati, e appunto aumentano ancora maggiormente il grado di straniamento che uno spettatore può avere durante la visione.
Ottima l’interpretazione della ragazza interpretata da Veronika Urban e decisamente inquietanti le due figure incappucciate che sembrano essere usciti dal film Martyrs di Pascal Laugier, una delle quali è l'attore Michael Segal.
Non mi hanno molto convinto le scene in esterni, contrastano troppo con la ricerca effettuata sugli interni, ma questo non pregiudica il buon lavoro generale.
Claustrophobia pur non presentando scene violente, riesce nel suo intento ovvero giocare con la psicologia dello spettatore e metterlo decisamente a disagio, scavando sempre più a fondo dentro la mente della ragazza.
Devo anche notare un netto miglioramento del regista Longo che dopo i non disprezzabili cortometraggi realizzati  in precedenza, con questo lavoro riesce perfettamente ad esprimersi con chiarezza, raggiungendo un buon livello sia sotto l’aspetto narrativo che sotto l’aspetto tecnico.
Complimenti da parte mia.


Federico Tadolini

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